“Quest’anno dove andiamo in vacanza?”

Domanda delle più gettonate quando si deve decidere la destinazione delle proprie ferie.

Quando con Roberto, il mio compagno di viaggio, abbiamo iniziato a valutare le varie mete ci siamo fatti la stessa domanda 1000 volte.

Personalmente soffro il caldo, quindi la mia idea di vacanza è orientata alle mete fredde, climi freschi e rigeneranti!

Con la fantasia abbiamo girato mezzo mondo, l’idea iniziale era quella di andare in Danimarca per poi trasferirsi ad Oslo per qualche giorno. Abbiamo valutato Dublino, città che in un precedente viaggio non abbiamo potuto visitare come si doveva. Ho scartato categoricamente la proposta per Barcellona e Siviglia, ma non chiedetemi il perchè visto che non lo so neppure io!

Alla fine sono finita in Grecia!

Da Cagliari il volo più gettonato dell’estate è stato quello di Ryanair Cagliari – Rodi, pertanto i commenti entusiasti di molti amici e colleghi mi hanno fatto inserire la Grecia nella lista dei luoghi da visitare almeno una volta nella vita!

Le coincidenze hanno fatto si che la compagni aerea Airone abbia messo da Pisa il volo per Atene, Roberto non se l’è fatto dire due volte, ha prenotato.

L’idea che mi ero fatta di Atene, era quella di una città ricca di reperti archeologici e di storia, dove, ovunque girassi, il passato lo avevi davanti agli occhi.

Siamo arrivati ad Atene in un caldo pomeriggio di settembre, dopo esserci rinfrescati in albergo è iniziato il tour della città, avevamo due giorni per girarla prima di trasferirci nell’isola di Santorini.

Il primo impatto è stato un pugno nello stomaco, le strade che ci portavano verso il centro della città avevano un’aria decadente e di totale abbandono. Palazzi abitabili, ma non certamente al top dell’estetica, si alternavano a quelli sventrati e abbandonati. Una patina nera di smog avvolge ogni cosa, rendendo il tutto ancora più triste.

Ci è stato suggerito di non allontanarci dalle vie principali della città, evitare i vicoli che potevano risultare non troppo sicuri, naturalmente non abbiamo seguito questo consiglio ed è così che ci siamo ritrovati in un quartiere con tanti negozietti dove si vendeva di tutto. Mi è sembrato di essere proiettata indietro di 30 anni quando mia nonna ci portava in “drogheria” per acquistare quei prodotti che gli altri negozi non avevano.

I vecchi negozietti non ci hanno preparato alla modernità del mercato centrale, la zona in cui vendevano la carne era particolarmente suggestiva. Testine di agnello in ceste di plastica, conigli con il pelo sulle zampe e sulla coda erano solo alcuni dei prodotti esposti per la vendita. Girando per i banchi abbiamo iniziato a chiacchierare con un ragazzo greco che aveva lavorato per diversi anni a Pescara.

L’esplorazione ci ha portato in piazza Monastiraki, luogo di incontro di una folla variopinta dove si respira un’aria molto giovane e allegra, tipica delle mete turistiche per ragazzi, ma anche quella triste della povertà e dell’abbandono. Turisti, studenti, barboni e cani, qualche spunto per una foto diversa dal solito c’è, soprattutto se si ama della street.

La piazza è uno dei punti di accesso al quartiere Plaka dove i negozi di souvenir si susseguono esponendo in modo differente le stesse cose, alternati da ristoranti con camerieri sulla porta che cercano di attirare la clientela mostrando i menù con le immagini dei piatti tipici. L’atmosfera che si respira è in netto contrasto con quella del resto della città, è un quartiere rimesso a nuovo per creare un’immagine di benessere e prosperità ad uso e consumo dei turisti.

Fotograficamente se non si ama fotografare i souvenir, sono pochi gli scorci veramente interessanti.

Non lontano dalla piazza c’è un primo sito archeologico, ma da questa posizione si possono ammirare il Partenone che domina la città dall’alto. Con un trepiedi e un obiettivo lungo si possono realizzare delle foto da cartolina.

Vedere la casa di Pollon, la mitica eroina di un cartone animato anni ’80, illuminata sapientemente non ti prepara alla delusione che si prova a vederla da vicino alla luce del sole.

Tutta la zona archeologica è in costante manutenzione, pertanto fin dal mattino presto vengono alzate due gru e l’area diventa un cantiere. Nell’antichità tutta l’area doveva essere spettacolare, ma oggi gli interventi di restauro sono ben visibili, le zone di marmo più chiaro indicano che i punti che sono stati ricostruiti, il rumore dello smeriglio che modella le colonne accompagna i visitatori.

Buona parte dei fregi, dei bassorilievi, delle decorazioni è andata persa o è stata portata altrove, i segni del tempo sono ben visibili. Le famose cariatidi, statue di figure femminili al posto delle colonne, sono tutte riproduzioni degli originali visibili al museo archeologico dell’acropoli e al British Museum di Londra.

Se si ama fotografare con la luce impietosa di mezzogiorno, orde di turisti che cercano di intrufolarsi in ogni anfratto, impalcature che coprono tutto, allora questo è il posto giusto!

Il museo è ricco e ben strutturato, diversi i pezzi di valore e meravigliose le Cariatidi che occupano il posto d’onore, ma lasciate pure a casa la macchina fotografica, le hostess sono tante e abbastanza attente.

Chi va ad Atene non può mancare al cambio della guardia davanti al palazzo parlamentare. Ad ogni scoccare dell’ora, avviene la cerimonia del cambio, scandita dal rumore delle scarpe dei militari sul selciato. Tanti i turisti che attendono il momento con le macchine fotografiche pronte ad una raffica di scatti. Ho avuto modo di vedere la cerimonia anche di sera, ma è semplificata in quanto i turisti presenti sono pochi.

Due giorni ad Atene sono veramente pochi, quindi ho dovuto selezionare i luoghi da visitare prima del trasferimento a Santorini, ma quattro giorni sono più che sufficienti.

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