Carnevale Iglesiente

Primo premio della lotteria Italia associato al carnevale di Iglesias.

Fantasia? No, una realtà che si realizzò circa venti anni orsono.

Siamo alla fine degli anni ’80, quando in città si iniziavano a sentire i primi segni di un declino che nel corso del tempo anni è stato esponenziale.

C’era ancora tanta voglia di divertirsi e soprattutto di collaborare per la riuscita di un’idea.

Ricordo ancora una delle prime sfilate che fecero coinvolgendo tutte le scuole cittadine, aveva come tema le regioni italiane. Quando ripenso a quel giorno, ricordo come ci si fosse organizzati con poco, ma come tutti avessimo dato il meglio cercando di rendere credibile un carretto siciliano che trasportava un teatrino dei pupi poco più grande di una scatola di scarpe.

A quella sfilata ne  seguirono tante altre, ci fu un’evoluzione nei temi e nella costruzione dei carri, i costumi e le maschere migliorarono divenendo sempre più scenografici, e in tutto questo, parte del merito andava al Pachea, un’associazione che riuscì ad aggregare un gruppo numerossisimo di Iglesienti.

In quegli anni si invitavano i gruppi di altre città, San Gavino arrivava in città con 3, 4 o più carri e al seguito di ogni carro c’erano sempre centinaia di persone.

Il carnevale iglesiente raggiunse l’apice quando nel 1991 riuscirono a far abbinare la manifestazione al concorso nazionale della Lotteria Italia. Le cronache raccontano che in città arrivarono oltre 100.000 spettatori e migliaia di maschere, tutti ballarono fino a tarda sera quando si mandò al rogo Norfieddu, chiudendo una splendida giornata, ma soprattutto un’epoca d’oro.

La crisi, le lotte intestine tra i gruppi, la cattiva gestione dell’assegnazione dei premi ai carri, portarono la decadenza in città e per diversi anni ci furono solo miseri tentativi di fare festa.

Negli ultimi anni ci sono stati dei tentativi per cercare di riportare il carnevale in città, ma si è ben lontani dai fasti ottenuti nel lontano 1991.

Quest’anno la parrocchia di San Pio X è riuscita a costruire un carro dei pirati, aggregando un centinaio di persone, è stato carino vedere tante famiglie divertirsi in modo sano .

A rendere speciale la sfilata di quest’anno ci hanno pensato gli amici i Ula Tirso, Gavoi, Neoneli e Ortuieri con le loro maschere tradizionali!

E’ stato meraviglioso sentire i “Tamburinos” suonati da una piccola rappresentanza degli 800/900 tamburini che rallegrano Gavoi durante la “Jobia lardaiola”.

E’ stato divertente vedere come gli amici di Ortuieri si arrampicavano nei balconi al primo piano e in alcuni casi ben oltre, stupendo gli inquilini, ma soprattutto coloro che guardavano lo spettacolo.

E’ stato emozionante vedere ballare “su ballu tundu” i ragazzi di Neoneli, davanti alla cattedrale di Santa Chiara, recentemente riaperta al pubblico dopo un decennio di chiusura per restauro.

E’ stato fantastico vedere gli amici di Ulà Tirso esibirsi davanti a tanti iglesienti. Mi ha fatto sorridere vedere le ragazzine scappare da Matteo  nascosto sotto la sua pelle di capra che le rincorreva per giocare. Non ho potuto fare a meno di pensare che se lo avessero visto in altre circostanze, probabilmente lo avrebbero rincorso loro!

Iglesias inizialmente ha mostrato il suo lato freddo e distaccato, ma vedere adulti e bambini che cercavano di ottenere l’attenzione di uno dei ragazzi per fare una fotografia,  dimostra il fatto che alla fine la tradizione ha il sopravvento.

Quest’anno a seguire la sfilata sono arrivati anche gli amici di Effezero, alcuni di loro non erano mai stati in città e ne sono rimasti favorevolmente colpiti. Durante tutta la serata si è svolta la gara per chi riusciva a fotografare gli altri in momenti buffi o improvvisi.

Quando stavano per bruciare “Norfieddu”, il fantoccio che simboleggia la chiusura del carnevale, quasi tutto il gruppo è stato attirato in trappola dalla zippola, si sono spostati per andare ad assaggiarne qualcuna.  La zippola era buona, ma Norfieddu è bruciato senza di loro!

Fotograficamente parlando le difficoltà maggiori erano rappresentate dalle persone che attorniavano i vari gruppi, lasciando poco spazio per il movimento per scegliere l’inquadratura giusta o il momento opportuno. Altro ostacolo erano i  cartelli stradali, onnipresenti e la mancanza di luce.

Scattare con la sola luce dei pochi lampioni presenti in città rappresenta una sfida, ma quando si riesce il risultato da ottime soddisfazioni!

 

 

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