Memoria collettiva

Il passato tutti lo abbiamo, lo studiamo, lo tramandiamo affinchè le generazioni future possano farne tesoro.

La memoria di ognuno di noi  fa si che gli eventi, che in qualche modo hanno influenzato la nostra vita, non vengano dimenticati.

Quando il nostro ricordo è anche quello di altre persone, quando si riesce a ricostruire un evento grazie alla collaborazione di tanti, allora ci troviamo davanti ad una memoria collettiva.

E’ notizia di qualche settimana fa che la curia di Iglesias ha bandito una gara d’appalto per il rifacimento dell’altare della chiesa di Santa Chiara. L’attuale altare in marmo, che resisteva al suo posto dalla fine del 1800, è stato smontato perchè la pavimentazione e la struttura che lo reggevano presentavano “preoccupanti condizioni statiche”.

La cattedrale di Santa Chiara è stata chiusa al pubblico da circa 10 anni  per permettere la ristrutturazione dell’edificio.  In questo tempo la chiesa è stata sventrata e spogliata di ogni cosa più preziosa, è stato smontato lo smontabile, si è scavato a più non posso per “riesumare” un muro del 1200 e a questo punto ci si è resi conto che il pavimento dell’altare non reggeva più.

Ecco  trovata una scusa plausibile che andrà a giustificare la spesa di 80  mila euro per il progetto di un nuovo altare!

Ho letto la notizia sui social network, dove ho espresso i miei dubbi sulla necessità di spendere questa cifra esorbitante, ma soprattutto ho trovato avvilente il fatto che un altro pezzo della nostra storia, un altro gioiello di Iglesias vada perso.

Qualcuno ha pubblicato la foto dell’altare prima dei lavori di ristrutturazione ed è così che sono entrata nella neonata comunità di facebook “Iglesias in foto” dove erano presenti un centinaio di immagini della città piuttosto vecchie.

Il ricordo di ogni singolo utente a quel punto è stato messo a disposizione di una comunità che non ha tardato a rispondere, dopo un timido avvio la comunità ha iniziato a condividere e a far si che diventassero memorie collettive.

Carlo ha mostrato orgoglioso la foto di una squadra di calcio, la foto era negli archivi di famiglia, probabilmente risale agli anni 1930. Quando l’ha inserita sicuramente non immaginava che mia madre avrebbe riconosciuto in uno dei giocatori suo padre Antonio.

Come non sorridere leggendo i commenti dove si raccontano storie del passato, si rinfrescano ricordi, ci si ritrova. E’ bello sentire qualcuno che parla di un avvenimento e sai che lo stesso è stato ideato da tuo nonno, oppure vedere con quanto impegno gli utenti cercando di ricordare o di collocare nella linea temporale l’avvenimento della foto.

La voglia di condividere è contaggiosa ed è per questo che ho chiesto in prestito le foto di famiglia.  Ho fatto un tuffo nel passato e per farlo fare anche agli altri ho fotografato le foto!

In fondo mio nonno Carlo ha amato tanto la città, era un membro molto attivo nella vita politica perchè non ricordare alcune delle sue iniziative?

Sul web circolano milioni di fotografie, alcune piuttosto discutibili, altre veramente meravigliose. Guardando le foto dei miei nonni ho trovato dei veri e  propri gioielli. I ritratti di famiglia sono a mio parere quelli più belli, vedere come i fotografi con pochi mezzi riuscivano a produrre foto che raccontavano uno spaccato di vita mi lascia esterrefatta.

Oggi con le reflex o le compatte tutti ci sentiamo grandi fotografi, tutti pensiamo di essere arrivati, ma è solo guardando quelle foto che mi vien da pensare quanto tutti noi abbiamo da imparare. Allora non esisteva photoshop, bisognava lavorare in camera oscura, non esistevano outfit, ma ci si doveva accontentare degli abiti che il fotografo aveva a disposizione e poco importava se in tanti avevano la foto uguale, non esistevano le make up artist, ma il viso acqua e sapone.

I set già allora erano piuttosto elaborati anche se in più di una foto si vedeva dove finiva il telo utilizzato per lo sfondo, ma come non ammirare la grazia e l’eleganza e l’orgoglio delle persone ritratte? La foto “ufficiale” era un avvenimento che fermava per sempre un momento  importante per la famiglia.

Una cosa  che mi è venuta in mente guardando le foto è stata proprio la bellezza di avere in mano un’immagine stampata, di poterla guardare senza dover avere un pc o un altro supporto che legga dei file.  Che emozione vedere una nota sul retro scritta da mio nonno che spiegava chi era ritratto, anche questo in un file non può essere inserito!

Quando penso al futuro, cerco di immaginare come i nipoti di miei nipoti guarderanno le nostre foto di famiglia, se si perderanno in archivi polverosi o si accontenteranno di tanti pixel!

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